L’intelligenza artificiale (IA) è indubbiamente una delle tecnologie più discusse e promettenti degli ultimi anni. Tuttavia, nonostante l’enorme clamore mediatico e finanziario, le aziende stanno incontrando notevoli difficoltà sia nel promuovere efficacemente i servizi basati sull’IA che nell’implementarli con successo. Queste sfide, unite a previsioni di mercato estremamente ottimistiche, stanno alimentando crescenti timori di una possibile bolla speculativa nel settore.
Le grandi aziende tecnologiche stanno faticando a trovare il modo giusto per promuovere i loro servizi di IA, come dimostrano alcuni recenti esempi di campagne pubblicitarie controverse. Google, ad esempio, ha dovuto ritirare il suo spot “Dear Sydney” per le Olimpiadi di Parigi dopo aver ricevuto numerose critiche. La pubblicità mostrava un padre che utilizzava l’IA per scrivere una lettera ispirazionale per sua figlia, un’aspirante atleta. Molti hanno trovato lo spot freddo e poco ispirato, criticando l’idea di delegare momenti importanti tra genitori e figli a una macchina.
Similmente, una pubblicità di Meta per la sua suite di IA generativa ha suscitato polemiche analoghe. Lo spot mostrava persone che chiedevano all’IA di generare piani di allenamento o immagini storiche, compiti che molti ritengono non dovrebbero essere delegati alla tecnologia. Anche Microsoft ha promosso il suo chatbot Copilot con uno spot olimpico che ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e l’affidabilità di applicazioni IA nel campo della salute e dello sport.
Queste campagne pubblicitarie hanno evidenziato alcuni problemi comuni nella promozione dell’IA: tendono a mostrare applicazioni che non sono realmente nuove o esclusive dell’IA, propongono di delegare alla tecnologia attività che molte persone preferirebbero gestire personalmente, e spesso non affrontano le applicazioni più utili e diffuse dell’IA, come la scrittura di e-mail o la generazione di codice, probabilmente per evitare polemiche sul futuro di alcune professioni.
Le difficoltà non si limitano solo alla promozione, ma si estendono anche all’implementazione pratica dell’IA nelle aziende. McDonald’s, ad esempio, ha interrotto una sperimentazione di due anni con IBM per un sistema di IA per il riconoscimento vocale nei drive-through, a causa di errori costanti e problemi di comprensione. Altre aziende come Verizon, Starbucks e ADP hanno sperimentato sistemi di IA per offrire consigli personalizzati o assistenza ai clienti, ma con risultati spesso poco chiari o di dubbia utilità.
Questi esempi suggeriscono che molte aziende si sentano pressate a implementare soluzioni basate sull’IA anche quando non ce n’è reale necessità o quando il valore aggiunto non è chiaro. Questa corsa all’implementazione dell’IA sembra essere alimentata in parte dalle società di consulenza, che stanno traendo notevoli benefici dal boom dell’IA. Aziende come Boston Consulting Group, IBM Consulting, Accenture, KPMG International e McKinsey stanno registrando ricavi significativi da servizi legati all’IA, con alcune che prevedono che fino al 40% del loro fatturato proverrà dall’IA generativa quest’anno.
Le società di consulenza tendono a produrre report che magnificano le potenzialità trasformative dell’IA, generando un mercato di domanda e offerta di servizi di consulenza per le aziende che vogliono sfruttare queste tecnologie. Tuttavia, le previsioni sul valore futuro del mercato dell’IA generativa variano enormemente, da 167 miliardi di dollari entro il 2032 secondo Future Market Insight, fino a 1.300 miliardi di dollari secondo Bloomberg Intelligence.
Queste stime così diverse sollevano dubbi sulla metodologia utilizzata e sulla reale comprensione del potenziale economico dell’IA. Alcune previsioni appaiono particolarmente ottimistiche, come quella di McKinsey che stima un valore aggiunto annuo tra 2.600 e 4.400 miliardi di dollari all’economia mondiale, o quella di Goldman Sachs che prevede un aumento del PIL globale del 7% (circa 7.000 miliardi di dollari) grazie all’IA generativa.
Questi numeri stratosferici ricordano previsioni simili fatte in passato per altre tecnologie come il metaverso o la blockchain, che non si sono poi concretizzate. Ad esempio, il metaverso, che secondo alcune stime avrebbe dovuto valere 800 miliardi di dollari nel 2024, ha attualmente un valore di mercato stimato intorno ai 74 miliardi di dollari.
L’attuale situazione dell’IA nel mondo aziendale presenta diverse sfide e contraddizioni. Da un lato, c’è un enorme interesse e investimento nel settore, alimentato da previsioni estremamente ottimistiche. Dall’altro, le aziende faticano a trovare applicazioni pratiche e significative per queste tecnologie, e incontrano difficoltà nel promuoverle efficacemente presso il pubblico. Il rischio di una bolla speculativa nel settore dell’IA è concreto, come dimostrano le enormi discrepanze nelle previsioni di mercato e i precedenti storici di altre tecnologie “rivoluzionarie”. È fondamentale che le aziende approccino l’IA con cautela, concentrandosi su applicazioni concrete e misurabili, piuttosto che inseguire trend basati su promesse irrealistiche. Solo così sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’IA evitando gli eccessi di una possibile bolla speculativa.